sabato 26 agosto 2017

Sulle orme del Beato, si apre domani il programma festivo




IL PROGRAMMA
Le comunità di Santa Lucia e San Filippo del Mela unite simbolicamente dalla figura del Beato Antonio Franco e dalla condivisione degli appuntamenti devozionali che accompagnano la celebrazione del religioso ribattezzato il “San Francesco di Sicilia”, nel quattrocentesimo anno dal suo arrivo nell’antica Prelatura Nullius luciese. Ad aprire i solenni festeggiamenti, che culminano sabato prossimo, sarà il viaggio mariano di domani, "Sulle orme del Beato", con il busto reliquiario dalla Cattedrale luciese – dove riposa il corpo incorrotto del Servo di Dio morto in odore di santità il 2 settembre 1626 – sino alla contrada campestre di San Giuseppe. 
Nel pomeriggio di giorno 2, invece, il busto sarà accompagnato in pellegrinaggio dalla parrocchia di San Filippo sino alla Cattedrale, unendosi al corteo luciese di devoti in partenza dalla parrocchia Sacro Cuore; infine, alle 19 è in programma la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Giovanni Accolla. 
Il programma ricreativo, che comprende la visita alle reliquie del Beato nel Palazzo vescovile, mostre fotografiche, giro bandistico votivo, spettacoli, sagre e l’atteso appuntamento con il “Mankarru Folk Festival”, è a cura del comitato festeggiamenti luciese con il supporto di sponsor e volontari, mentre a San Filippo del Mela è stato curato dall’associazione “A Sena”. Coinvolte le parrocchie dei Santi Filippo e Giacomo, con i frati conventuali, e quella di Santa Maria Assunta retta da don Paolo Impalà. 

IL BEATO
La causa di Beatificazione di Antonio Franco, dopo un lungo e tortuoso cammino attraverso i secoli, si è conclusa il 2 settembre 2013 nella Cattedrale di Messina con una cerimonia presieduta dal cardinale Angelo Amato. Tutta la vita breve vita del Pastore luciese è stata caratterizzata da grazie prodigiose e testimonianze di guarigioni inspiegabili, cui si aggiunge l’intensa attività di intervento sociale connessa alle sue funzioni, in un contesto storico dominato dalla concentrazione del potere politico nelle mani di nobili ed ecclesiastici e segnato dalle condizioni di miseria della maggior parte della popolazione, sfruttata e oppressa. 
Proveniente dalla Spagna, dove era rimasto 10 anni presso la corte del re Filippo III come Cappellano d’onore, Franco si occupa sin dall’ingresso nella Prelatura Nullius di Santa Lucia del Mela, il 18 maggio del 1817, non solo della cura delle anime ma anche delle profonde ingiustizie contro i poveri e i contadini: emana decreti contro gli usurai, ammonisce i vizi degli uomini di chiesa, cura personalmente malati e lebbrosi, consola gli afflitti e vive poveramente, sottoponendosi a penitenze durissime. Alla causa di Beatificazione hanno contribuito, attraverso i secoli, intere generazioni di devoti, studiosi, personaggi illustri, storici, uomini di chiesa. Le fonti archivistiche e le biografie descrivono mons. Franco con tutti i crismi di una “santità eccellente”, che, ancora prima del riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, ne hanno fatto storicamente uno dei protettori della valle del Mela.