venerdì 4 ottobre 2013

Catena di fuoco nella notte di mercoledì. Torna l'allarme sicurezza

Il deposito di via Cristoforo Colombo dato alle fiamme

Quello che è rimasto dopo le fiamme

Il "Poker Bar" distrutto all'esterno


Un dettaglio della scena
La copertura in plexigas che l'incendio ha devastato

L'ingresso del locale



































































































I FATTI - Fiamme nella notte accendono il buio di bagliori sinistri, le sirene spiegate dei vigili del fuoco rompono il silenzio del paese che dorme. Sono appena passate le tre della notte tra mercoledì e giovedì, quando tre roghi, uno dietro l’altro, annunciano la catena di fuoco di cui, ancora oggi, si stanno quantificando i danni.
Tutto comincia da via Annunziata. Qui, un’automobile, una Fiat “500” vecchio modello, viene data alle fiamme, che ne distruggono tutta la parte anteriore. Ad utilizzarla abitualmente è un ex tecnico comunale in pensione, il geometra Mimmo Cirino, in servizio sino all’anno scorso presso il municipio luciese. La vettura, su cui adesso si stanno svolgendo gli accertamenti degli inquirenti, si trovava proprio nei pressi dell’abitazione in cui Cirino vive con la sua famiglia. 
Ma i carabinieri della locale stazione, immediatamente allertati, non fanno in tempo ad intervenire in via Annunziata perché qualcosa di grave sta avvenendo anche in un’altra strada del paese. Passano infatti pochi minuti e una nuova segnalazione conduce la squadra, guidata dal comandante Giovanni Silvestro, nel tratto finale di via Cristoforo Colombo, dove una scena drammatica si presenta agli occhi delle forze dell’ordine e dei residenti. Si tratta di un rogo, di un altro rogo, appiccato questa volta ad un edificio. In fiamme un magazzino, tenuto in affitto da una piccola società impegnata nel settore dei videogiochi, che lo utilizza come deposito. Per domare l’incendio, partito dall’interno della struttura, verosimilmente con l’utilizzo di un liquido infiammabile, è necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Milazzo, che riescono a spegnere le fiamme prima che l’intero deposito venga ridotto in cenere. A testimoniare tristemente gli interminabili minuti di paura, rimangono pezzi di plastica annerita, rovesciati fuori dalla saracinesca chiusa per tre quarti, e un acre odore di fumo.
Tuttavia, manca ancora un tassello per completare l’assurda catena di incendi che trasforma una tranquilla notte di inizio ottobre in un vero e proprio incubo. L’allarme scatta per ultimo nel cuore del centro storico, in via San Sebastiano, a pochi passi dalla Cattedrale. Qui, l’incendio massacra l’area esterna dell’unico bar di questa zona del paese, da qualche giorno chiuso per ferie. Il “Poker Bar”, punto di ritrovo per quanti abitualmente frequentano la piazza, appare, quando le fiamme si estinguono, irriconoscibile. Tanti, troppi, i danni subiti. 
L’attività investigativa è affidata al comandante Silvestro, che è stato supportato negli interventi della notte dagli uomini del nucleo radiomobile di Barcellona. Nessuna delle vittime ha dichiarato di aver ricevuto pressioni o minacce. La chiave di volta delle indagini sarà capire quale logica collega i tre diversi attentati incendiari, posto che si possa parlare di fatti connessi l’uno all’altro, poiché nessun tipo di vincolo sembrerebbe legare le vittime colpite. Al tempo stesso risulta però molto difficile credere alle coincidenze, sebbene solo l’ultimo degli incendi abbia dichiaratamente mostrato la matrice dolosa che lo ha causato. In attesa che nuovi elementi utili si presentino agli inquirenti, non resta che prendere atto degli effetti di ciascuno di questi gravissimi episodi, che, specialmente nel caso delle due attività commerciali coinvolte, colpiscono un tessuto economico sfavorevole, costretto, in tempi di crisi come quelli attuali, a fare i conti con una quotidianità tutt’altro che rosea.

LE REAZIONI - È un mattino dal sapore amaro quello che, alle prime luci dell’alba, risveglia Santa Lucia del Mela. Orrore, sgomento e incertezza sono le prime reazioni con cui si accoglie, in paese, la triste notizia della catena di fuoco propagata da un punto all’altro del centro abitato. Tutte le piste sono aperte all’attività investigativa, che cercherà di fare chiarezza in una vicenda dai contorni oscuri, ma nessuno sembra disposto a credere che, quanto accaduto in una sequenza temporale di meno di un’ora, sia solo frutto del “caso”. Difficile credere ad episodi separati, difficile credere alle coincidenze, difficile credere a fantomatici “cortocircuiti”. I tre roghi notturni, al contrario, lasciano emergere in primo piano la questione più generale della sicurezza, tante volte dibattuta ma spesso trascurata, sino a quando, come sta purtroppo accadendo, un nuovo fattore di allarme sociale torna a porla al centro dell’attenzione. C’è, primariamente, il problema dei tagli governativi che, insieme ad altri settori vitali, come quello della cultura, colpiscono proprio la sicurezza. A lamentarsene, oltre ai cittadini, che ne pagano per primi le conseguenze, sono istituzioni e forze dell’ordine, tanto che sia il sindaco Campo che il comandante Silvestro manifestano l’esigenza di una più massiccia presenza di forze dell’ordine sul territorio. Per tenere accesi i riflettori della società civile su questi temi e per esprimere solidarietà alle vittime, sabato pomeriggio alle 18 è stato convocato un consiglio comunale urgente, con la partecipazione di associazioni impegnate a lottare per il rispetto della legalità. Tra i temi caldi, di cui la politica locale dovrà farsi carico, anche quello della videosorveglianza sul territorio comunale, il cui regolamento è stato approvato, proprio in sede di civico consesso, qualche anno fa. Il progetto, però, non è stato mai finanziato. Episodi come quelli di mercoledì notte riaprono, d’altra parte, vecchie ferite, a cui si aggiungono oggi disagi sociali connessi, in molti casi, alla microcriminalità: quella, per intenderci, che va dai furti nelle abitazioni private e nei negozi, allo spaccio di piccola taglia, comprendendo anche la piaga del racket. Un quadro di miseria e degrado, che non fa distinzione tra periferie metropolitane e paesi di poche anime. 

CONSIDERAZIONI A MARGINE - Episodi di cui non vorremmo mai scrivere. Squarci nella quotidianità, ombre incomprensibili. Eppure, i tre roghi della notte di mercoledì, i cui colpevoli non hanno ancora un volto e un nome, riaprono tantissime questioni spesso troppo sbrigativamente tralasciate. L'allarme sicurezza, l'allarme sociale, l'allarme culturale. I fatti di mercoledì, che colpiscono al cuore una comunità in cui le forze positive sono prevalenti, mortificano gli sforzi di quanti silenziosamente lottano ogni giorno per una qualità di vita migliore nel nostro paese. Dal volontariato, all'associazionismo, al lavoro onesto, l'unico cambiamento di cui abbiamo bisogno è quello culturale. E, forse, investire di più in cultura, salvare le nuove generazioni dal baratro della mancanza di valori, impegnarsi, ciascuno con i propri mezzi e il proprio ruolo, per la giustizia sociale, ci consentirebbe di non svegliarci con notizie di attentati incendiari e di esistenze spezzate nel mare di Lampedusa.   

[Katia Trifirò]
[Foto di Franco Trifirò]