lunedì 26 agosto 2013

La montagna, una risorsa da preservare

Un gruppo di escursionisti
Katia Trifirò - Canyon, grotte, sorgenti e cascate, oasi naturali che ospitano specie faunistiche e floristiche in via d’estinzione. Tracce di insediamenti umani primordiali e di flussi più recenti, come testimoniano le “neviere”, dalle quali si ricavavano neve e ghiaccio per la conservazione degli alimenti, i numerosi mulini ad acqua, i resti di alcune calcare, antiche fornaci per la produzione della calce.  
Sono, questi, solo alcuni degli aspetti dell’immenso e affascinante patrimonio storico-naturalistico del territorio luciese, tra i più estesi della provincia. Per assaporarne le bellezze paesaggistiche e le aree incontaminate, nasce l’iniziativa “Alla scoperta di Rocca Timogna”, che ha già coinvolto una trentina di escursionisti nella prima passeggiata tra i sentieri peloritani. Un percorso, adatto anche ai più piccoli e a coloro che non praticano abitualmente attività sportiva, che consente di osservare da vicino una delle vette più suggestive dei monti luciesi. 
Un'immagine di Rocca Timogna
La cima di Rocca Timogna, infatti, all’altezza di 1.127 metri, rappresenta un punto panoramico dal quale è possibile ammirare le valli dei torrenti Mela e Longano, un tratto della piana di Milazzo, nonché diverse vette dei peloritani centro-settentrionali. Altra sua particolarità è la caratteristica fisionomia, che ricorda quella di un primate, mentre, dal punto di vista geologico, è costituita da arenarie e conglomerati del Flysch di Capo d’Orlando. Insieme al sito di “Postoleone”, è parte del Demanio Mela, gestito dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, che si estende tra i bacini idrografici dei torrenti Idria, Longano e Mela. 
Entro il 29 agosto è possibile prenotarsi per la prossima escursione, in programma domenica 1 settembre, a cura dell’associazione scientifico-culturale “La Giara”, con la guida di esperti come Nicola Amico e Rosario Torre, che ha dedicato uno studio accademico al territorio di Milazzo e valle del Mela. «A testimonianza del fatto che il territorio montano di Santa Lucia del Mela è stato abitato in passato, rimangono numerosi elementi culturali che necessiterebbero l’inserimento nel Piano Paesaggistico Regionale per la salvaguardia, conservazione e valorizzazione», spiega Torre. «Probabilmente l’istituzione dell’auspicato Parco dei Monti Peloritani, visto nell’ottica della nuova concezione della “conservazione produttiva della natura” e con l’annullamento di qualsiasi costo di gestione a livello dirigenziale dello stesso Ente da costituire, potrebbe rappresentare un ulteriore motivo per il rilancio del ricchissimo patrimonio naturalistico e storico-culturale tuttora presente». 
Un convegno scientifico sul tema “I Monti Peloritani: un Parco Naturale da conoscere, tutelare e valorizzare”, ha contribuito, alcuni anni fa, a riaccendere i riflettori sulle potenzialità del territorio. L’anno scorso, inoltre, il congresso nazionale della Società Geologica Italiana ha coinvolto per la prima volta i monti luciesi, con l’organizzazione di un percorso escursionistico da parte degli studiosi. Accanto alle aree di interesse comunitario e alle aree demaniali forestali, esistono qui aree ancora da tutelare poiché ancora poco conosciute e valorizzate. Tra queste, appunto, spicca Rocca Timogna, sulle cui origini toponomastiche ci sono suggestive ipotesi. Secondo alcuni deriverebbe dal greco “Themonia” o “Thimonia”, che significa “cumulo”, “mucchio”, “massa”, etimologia che si adatta alla geomorfologia dei luoghi; un’altra ipotesi potrebbe essere il termine greco “Témenos” o Témeneos”, che significa “tempio”, “santuario”, “bosco” “luogo sacro”, tutte parole associabili ad una possibile frequentazione del sito in epoca antica.