domenica 3 ottobre 2010

Quando Santa Lucia scopriva...Saint Lucia


È salito improvvisamente alla ribalta internazionale il piccolo stato caraibico di Saint Lucia, paradiso naturale (e fiscale) da giorni sotto i riflettori per il giallo che coinvolge la famiglia del presidente della camera Fini sulla proprietà di una villa a Montecarlo. Le immagini dell’isola, che si trova nelle Antille, e quelle del suo ministro degli esteri Rudolph Francis, protagonista del “caso” tutto italiano a metà tra gossip e politica, hanno fatto il giro del mondo.
Proviamo ora a fare un piccolo salto nel tempo, ritrovandoci nel 1999: solo undici anni fa, apparentemente pochi, ma distanti anni luce dall’attuale politica-spettacolo e dal potere mediatico dell’informazione di oggi. Lontano da ogni clamore, nell’ultimo scorcio del secolo, in un clima di cordiale amicizia e buone intenzioni, il ministro degli esteri di Saint Lucia sbarcava in terra siciliana: George Odlum, che allora ricopriva quella carica, arrivava in visita ufficiale dall’isola caraibica e veniva festosamente accolto dai cittadini luciesi, per avviare un gemellaggio tra le due comunità, distanti ma con tanti punti in comune. A partire dal più evidente: anche Saint Lucia, come Santa Lucia del Mela, deve il suo nome al culto della martire siracusana, essendo stata scoperta dalle flotte di Isabella di Spagna il 13 dicembre, ricorrenza celebrata solennemente dai cittadini luciesi. Entrambi i popoli sono di religione cattolica, entrambi hanno subito dominazioni straniere che hanno influenzato la cultura locale con i loro costumi e le loro tradizioni. In più, entrambi vivono la stessa situazione economica di declino delle fonti tradizionali di reddito, legate all’artigianato e all’agricoltura. Erano infatti gli anni in cui si iniziava a parlare di globalizzazione e di risorse locali, e i due popoli gemellati ponevano le basi per aprire i confini geografici, incrementare gli scambi culturali, instaurare rapporti di collaborazione.
Sfogliando l’album dei ricordi, scopriamo che il gemellaggio era stato fortemente voluto dall’ambasciatore italiano all’ONU Francesco Paolo Fulci, diplomatico di origine luciese, che aveva sostenuto l’allora amministrazione Pandolfo nell’organizzazione di un progetto di amicizia e solidarietà, valori solennemente celebrati nel corso di quella visita e ribaditi dalla consegna simbolica delle chiavi della città al ministro di Saint Lucia. Per l’occasione, era stata inaugurata l’aula consiliare del palazzo socio-culturale, con taglio del nastro e consiglio comunale straordinario alla presenza di Odlum, del sindaco Santo Pandolfo, dell’assessore alla cultura Lidia Vella, del presidente del civico consesso Franco Interisano e dei consiglieri.
E se gli ideali di fratellanza e amicizia tra popoli, sanciti dalle firme apposte sulla pergamena-ricordo, non hanno mai perso attualità, con il passare degli anni un po’ di polvere si è depositata su quel gemellaggio, come avviene per tutti i ricordi belli destinati però a rimanere nei cassetti del tempo.
(nella foto da sinistra Fulci, Pandolfo, Odlum)