mercoledì 15 aprile 2009

Solidarietà all'Abruzzo, oggi seduta straordinaria del Consiglio comunale

Si riunisce oggi alle 19.30, in seduta straordinaria, il civico consesso convocato dal Presidente Francesco Rizzo, con un unico punto all'ordine del giorno: solidarietà del Consiglio comunale ai paesi dell'Abruzzo colpiti dal sisma.
Una tragedia che spazza via le controversie e anche i piccoli calcoli delle fazioni per unire tutto il Paese all'insegna della solidarietà. Convocati d'urgenza, infatti, i consigli comunali si stanno riunendo ovunque sotto il segno della partecipazione al dolore e dell'impegno. E, allargando la lente al panorama nazionale, tranne qualche rara eccezione le forze politiche hanno evitato le tradizionali baruffe, rispettando i morti e soprattutto il dolore dei sopravvissuti.
Il vero banco di prova per maggioranza e opposizione in Italia, come hanno evidenziato anche autorevoli editorialisti, è rappresentato adesso dalla grande scommessa della ricostruzione dei centri distrutti dal sisma, su cui sono chiamati a misurarsi governo e Camere, scavalcando lungaggini burocratiche e affrontando con serietà ed efficienza il tema mai abbastanza indagato della sicurezza: pare che oltre la metà dei comuni italiani sorga in zone considerate a rischio, e la popolazione interessata sfiorerebbe i 38 milioni.
Ma agli italiani è richiesto anche di stare all'erta: quando crollò la scuola di San Giuliano di Puglia, sette anni fa, causando la morte di 27 bambini e delle loro insegnanti, il governo varò una legge che imponeva regole antisismiche per i nuovi edifici e prescrizioni per rendere sicuri quelli già esistenti. Le nuove norme, come spesso accade, si sono perse nei meandri della burocrazia. Prive di regolamenti attuativi, e quindi di efficacia.
Di occasioni sprecate se ne contano a centinaia. L'anno scorso correva il centenario del terremoto di Messina del 1908. Non un progetto, un piano, una strategia: tra le tantissime celebrazioni, commemorazioni, financo riflessioni più profonde, non una prospettiva di analisi veramente costruttiva e scevra da condizionamenti di ogni tipo per una città che non si è mai più ripresa, in cui il terremoto appare a tutt'oggi una triste e funesta metafora delle sue sorti. E le baracche una realtà visibilmente amara.

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