lunedì 21 aprile 2008

Slow Food & Università Scienze Gastronomiche: stage sulla pesca ecosostenibile

Educare al gusto, salvaguardare le produzioni alimentari tradizionali e promuovere una cultura del cibo rispettosa dell’ambiente. Con questo spirito l’associazione “Slow Food”, movimento internazionale fondato da Carlo Petrini (recentemente insignito della laurea ad honorem dall'Università di Palermo), ha organizzato tra Messina, Milazzo e le Eolie il primo stage sulla pesca ecosostenibile. Protagonisti dell’iniziativa, gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (TO), fondata sei anni fa da Slow Food Italia, che rappresenta il primo esperimento di ateneo dedicato interamente alla cultura gastronomica.

“Questa esperienza ci ha consentito di far conoscere ai giovani che frequentano i corsi e che provengono da tutto il mondo i modelli di produzione e preparazione del cibo tipici di quest’area, con particolare attenzione al mondo della pesca”, afferma il tutor Davide Nicolino, che traccia un bilancio positivo dell’iniziativa: “Abbiamo incontrato il rettore dell’Università di Messina, per promuovere scambi culturali tra gli studenti, i docenti del master su food and quality e quelli di biologia marina”.

“Il nostro territorio è stato scelto perché sede di usanze antichissime e bellezze naturali uniche al mondo” spiega Saro Gugliotta (nella foto), presidente della sezione provinciale di Slow Food, denominata condotta Valdemone. “Gli studenti di Scienze Gastronomiche hanno visitato l’Istituto talassografico di San Ranieri, l’acquario, il parco Horcinus Horca. Inoltre hanno incontrato l’ultimo nassarolo dello Stretto e hanno visto le feluche dei pescatori, sicuramente uno degli spettacoli più suggestivi”.
Lo stage è proseguito alle Eolie, dove è stato analizzato il “modello Salina”, con le tipiche produzioni di capperi e malvasia, e si è concluso a Milazzo. Qui gli studenti hanno visitato la città e concluso l'esperienza a tavola, degustando una cena preparata secondo i principi di Slow Food: territorialità e stagionalità dei prodotti, cucina tradizionale, ma soprattutto la riscoperta della “lentezza”, intesa come recupero di uno stile di vita contrapposto ai ritmi frenetici e al fast food. La cena si è tenuta presso il ristorante Mediterranima, partner dell'iniziativa e socio di Slow Food, entrato a far parte dell’ultima guida pubblicata dall’associazione ("Osterie d'Italia. Sussidiario del mangiarbene all'italiana", Slow Food editore, 2008).
“L’obiettivo dei nostri progetti, che promuoviamo anche nelle scuole - come "Mangiamoli giusti", sull'educazione alla pesca e al consumo responsabile del pescato - è diffondere una cultura alimentare più giusta" dice Gugliotta. La ricetta? "Coniugare i diversi saperi e valorizzare i prodotti di eccellenza, che sono entrati a far parte dei presidi slow food, ovvero le specialità gastronomiche del territorio”.

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